L’agroforestazione è la deliberata consociazione tra colture agrarie e specie arboree o arbustive perenni, nella stessa unità di superficie, con eventuale presenza della componente animale
L’agroforestazione è:
- molto diffusa nei paesi della fascia tropicale ed equatoriale
- quasi scomparsa nei sistemi colturali semplificati dei paesi occidentali ad agricoltura intensiva, dove la monocoltura ha soppiantato i seminativi arborati e i pascoli arborati
- in corso di rivalutazione in sistemi agricoli innovativi
- per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità economica ed ambientale
- per contribuire all’accordo di Parigi sul clima – COP21, che prevede la riduzione del 40% delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030
Sperimentazione di lungo periodo sui sistemi agroforestali in corso al CiRAA
- località: Arnino
- estensione: 40 ettari
- tesi a confronto:
- rotazione arativa triennale convenzionale (priva di alberi)
- rotazione mista settennale convenzionale (priva di alberi)
- rotazione arativa triennale (silvoarabile)
- rotazione mista settennale (agrosilvopastorale) pioppo e cereali
- colture annuali: frumento duro, sorgo e favino
- prato-pascolo polifita a durata quadriennale con: loietto italico, erba mazzolina, festuca, erba medica e sulla
Le colture erbacee sono consociate con filari policiclici di farnie (Quercus robur – turno 40 anni) e di cloni di pioppo ibrido (Populus spp. – turno 10 anni) a MSA (Migliore Sostenibilità Ambientale) posti cinque metri l’uno dall’altro, pioppo farnia in prossimità̀ dell’affossatura di ogni appezzamento. Per il pioppo sono messe a confronto due diverse densità: 60 e 100 alberi per ettaro
In totale sono stati piantati circa 2000 alberi
Risultati attesi in termini di servizi ecosistemici generati:
- stoccaggio del carbonio
- riduzione del rischio di lisciviazione dei nitrati
- miglioramento del microclima
- conservazione del suolo e della biodiversità.