Tappa 11 – La Bonifica: il buon governo delle acque

Il difficile governo delle acque
Sin dall’antichità l’uomo ha costruito i nuclei abitativi sulle alture, evitando le aree palustri per i problemi igienico-sanitari e logistici posti dal ristagno delle acque.
La crescente “fame” di terra ha stimolato la realizzazione di opere di bonifica idraulica pensate per allontanare le acque in eccesso e consentire lo sviluppo degli insediamenti e dell’agricoltura.
L’attuale concetto di bonifica integrale comprende tutti gli interventi effettuati a tutela del territorio: dalla difesa dalle piene alla sistemazione dei torrenti montani, dal rimboschimento alla viabilità (legge Serpieri del 1933)

Tipi di bonifica idraulica

  • bonifica per scolo naturale: i terreni da risanare si trovano ad una quota più elevata rispetto al punto di recapito e di smaltimento delle acque raccolte
  • bonifica per sollevamento: le zone da drenare sono a una quota più bassa, il sollevamento delle acque raccolte è assicurato da impianti idrovori
  • bonifica per colmata: strategia alternativa rispetto alla precedente, percorribile in aree prossime a corsi d’acqua ricchi di materiale solido in sospensione. Le acque limacciose vengono convogliate nelle aree da bonificare dove i sedimenti si depositano, l’aumento del livello dei terreni consente il deflusso delle acque in eccesso

Nei terreni che state attraversando è stata adottata la bonifica per colmata
Qualunque sia la tipologia di bonifica adottata, è indispensabile il ricorso ad una fitta rete di canali in grado di raccogliere e allontanare le acque provenienti dalle aree umide e pensati per creare e mantenere un adeguato franco di bonifica, ovvero il dislivello tra la superficie del terreno e il livello dell’acqua contenuta nei fossi di scolo. Il franco di bonifica, a sua volta, deve tener conto del franco di coltivazione, strato minimo di terreno necessario per lo sviluppo delle colture (50-60 cm per prati naturali e cereali invernali, 100 cm per le colture legnose)

Problematiche attuali
La crescente impermeabilizzazione superficiale dei suoli e la crescente aggressività delle precipitazioni riducono l’infiltrazione dell’acqua piovana nel terreno e ostacolano la regimazione delle acque
Le casse di espansione permettono di smaltire le acque in eccesso senza modificare il dimensionamento della rete idrica superficiale. Sono invasi pensati per sottrarre temporaneamente le portate eccedenti fino al ripristino delle normali condizioni di deflusso superficiale.
Questi dispositivi svolgono inoltre altre funzioni:

  • ricarica degli acquiferi
  • fitodepurazione, in presenza di vegetazione idrofila che abbatte il carico di nutrienti e dei sedimenti, contribuendo ad accrescere la biodiversità animale e vegetale
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