Tappa 12 – Agricoltura e ambiente

L’ultima rivoluzione agraria, iniziata negli anni ’40-‘50, è riuscita a garantire la sicurezza alimentare a gran parte della popolazione mondiale e un adeguato reddito agli agricoltori affrancandoli dal duro lavoro dei campi e delle stalle
La disponibilità di energia a basso costo (derivati del petrolio) e nuovi ed efficaci mezzi tecnici (fertilizzanti e fitofarmaci) ha consentito sorprendenti incrementi della produttività delle colture e degli allevamenti.
Nel lungo periodo l’applicazione intensiva delle nuove tecnologie ha spesso determinato il degrado degli ecosistemi terrestri e idrici dai quali la stessa produzione agricola dipende

Gli impatti negativi dell’agricoltura sull’ambiente
Negli ultimi 50 anni, l’esercizio incauto di alcune pratiche agricole ha determinato:

  • inquinamento delle acque superficiali (fiumi, laghi) e profonde (falde) dovuto all’impiego di fitofarmaci (soprattutto erbicidi) e all’impiego di fertilizzanti (azoto e fosforo)
  • perdita progressiva di biodiversità dei territori rurali
  • riduzione della fertilità dei terreni
  • incremento dell’erosione idrica dei suoli
  • incremento delle emissioni in atmosfera di gas a effetto serra (anidride carbonica – metano – protossido di azoto)

La ricerca del CiRAA per lo studio dei rapporti tra agricoltura e ambiente
Al mondo della ricerca spetta il compito di mettere a punto nuovi sistemi di produzione capaci di ridurre gli impatti ambientali, senza compromettere la produttività delle colture e degli allevamenti né la convenienza economica
Fin dai primi anni ’90 le ricerche del CiRAA hanno affrontato questa sfida studiando gli effetti di lungo periodo di singole tecniche agronomiche e di sistemi colturali sull’ambiente e la produttività-qualità delle colture.
Nel settore delle lavorazioni del terreno, le attività del Centro hanno dimostrato che è possibile ridurre l’erosione del terreno e la perdita di fertilità, utilizzando tecniche semplificate come la lavorazione minima e la non lavorazione
Nel campo della fertilizzazione, l’uso di concimi a lento rilascio ha rappresentato un utile strumento di controllo dell’inquinamento delle acque da nitrati, così come l’uso di colture da sovescio
Le tecniche meccaniche e fisiche di contenimento delle piante infestanti hanno integrato efficacemente il controllo delle malerbe, riducendo l’impatto ambientale degli erbicidi

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