Tappa 9 – L’agrobiodiversità

Cos’è l’agrobiodiversità?

  1. è la diversità presente nei gruppi animali e vegetali che costituiscono l’agroecosistema
  2. comprende sia gli organismi coltivati o allevati per la produzione agricola (cibo, mangimi, bio-energia), sia gli organismi naturali che interagiscono direttamente o indirettamente con la produzione agricola (impollinatori, insetti utili, microorganismi del suolo)
  3. si distingue in agrobiodiversità pianificata (gli elementi deliberatamente inseriti nell’agroecosistema, ad es. le colture, le razze animali allevate e agrobiodiversità associata (gli elementi naturalmente presenti nell’agroecosistema, ad es. le piante spontanee e gli insetti. Entrambi i tipi sono importanti per la produzione agricola sostenibile

L’agrobiodiversità include tre livelli:

  • Genetica: varietà coltivate e razze animali allevate
  • di Specie: numero di colture nell’avvicendamento o in azienda e numero di specie animali allevate
  • di Habitat: diversità e tipologia di habitat semi-naturali presenti (siepi, boschi, fasce inerbite)

Agrobiodiversità funzionale
Non tutta la biodiversità presente nell’agroecosistema è utile per la produzione agricola, anzi può essere anche dannosa (parassiti, patogeni e piante infestanti fanno parte della biodiversità!).
Un aspetto fondamentale dell’agricoltura sostenibile è conoscere e privilegiare gli elementi dell’agroecosistema (a livello genetico, di specie e di habitat), che sono in grado di supportare – direttamente o indirettamente – la produzione agricola. A ciascuno di questi elementi è possibile associare una o più funzioni, in grado di fornire servizi ecosistemici, legati alla produzione di cibo e di altri prodotti agricoli, o al mantenimento delle risorse naturali e dei cicli vitali che rappresentano un fondamentale supporto alla produzione agricola, come la fertilità del suolo.
L’agrobiodiversità funzionale è quella parte della biodiversità totale presente nell’agroecosistema che è potenzialmente in grado di fornire servizi ecosistemici, sia quelli direttamente o indirettamente collegati alla produzione agricola, sia di altra natura, come la conservazione delle specie a rischio di estinzione e aspetti paesaggistici e culturali.
L’approccio agroecologico alla produzione agricola si basa sull’uso conscio e razionale dell’agrobiodiversità funzionale, al fine di produrre utilizzando al meglio le risorse naturali, ridurre fortemente l’uso di input esterni e fornire prodotti di qualità nel rispetto dell’ambiente.
Secondo l’agroecologia, agricoltura e natura non sono in contrapposizione, ma collaborano attivamente e si supportano a vicenda. La gestione dell’agrobiodiversità funzionale è la chiave per la sostenibilità delle produzioni agricole e del territorio rurale

La agrobiodiversità al CiRAA
Studi condotti da ricercatori afferenti al CiRAA hanno dimostrato la complessità delle relazioni tra i margini dei campi e lo sviluppo di alcuni coccinellidi e sirfidi predatori degli afidi. La diversità degli habitat semi-naturali è fondamentale per la gestione ottimale dell’agroecosistema, offrendo spazi e cibo a un gran numero di insetti e animali che a loro volta possono fornire un servizio ecosistemico per la produzione agricola (impollinazione, controllo di insetti dannosi, fertilità del suolo), allo stesso tempo aiuta a prevenire l’insediarsi di poche specie molto abbondanti e potenzialmente dannose

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